Era mio padre

Da ItaChan.
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Testo apparso in una discussione tra Anonimi di Diochan sui propri padri e sul rapporto padre-figlio.
Il riferimento cinematografico è come al solito velato, e accennato sino alla sorpresa finale, come in Odio il mio lavoro.

Testo

Per un sacco di tempo non sapevo nemmeno che quel tizio fosse mio padre, e sì che era una persona abbastanza in vista, spesso al servizio del governo. Un po' lo perdono per questa sua lontananza, ora che ci sono dentro anche io so che la vita militare costringe a fare dei sacrifici. Sicuramente abbandonare me e mia sorella non è stato facile per lui.

Lo odiavo. A morte. Prima ancora di sapere che fosse mio padre. Una volta sono rimasto lì impalato a guardare mentre faceva letteralmente a pezzi il mio insegnante preferito, un vecchio inerme e fuori allenamento. Un'altra volta ero impegnato in una azione dimostrativa di protesta, un po' come lanciare un petardo contro un monumento, ma più in grande, e se non era per un mio amico e il suo compare capellone che mi tirarono fuori dai guai all'ultimo momento, mi avrebbe messo le mani addosso.

Era molto religioso e nonostante il suo lavoro lo portasse a compiere azioni esecrabili, continuava a credere nei valori alla base della sua fede. Insomma, un uomo pieno di contraddizioni; con lui bisognava sempre aspettarsi una bastonata dopo ogni carota. E viceversa. Non a caso, la volta che mi rivelò di essere mio padre mi mozzò una mano.

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