Orgia bolognese

Grossi cazzi, /b/ Grossi bei cazzi!

Mi sono svegliato un'ora fa perché ieri sera è stata veramente una serata pesante.

Sono studente BolognaFag all'ultimo anno. La settimana scorsa ero al Lime di via Zamboni a fare serata e per fare il cazzone ero uscito vestito da cerimonia (io non vado mai in giro in giacca e cravatta ed agli occhi dei miei amici questa cosa è parecchio da lulz). Sono arrampicato sul lato del bancone ad ordinare e si avvicina la TIPICA inglesina lentiginosa. Io inizialmente neanche l'avevo vista perché mi stava dietro. Ordino un Bloody Mary e lo pronuncio in maniera italianizzata (Blòdimèri). Al che sento da dietro "Schiusa... potresti ripeteri ancora...? Ma coume l'ai pronunciatouuu???". Al che mi girano i coglioni perché ritengo di avere una buona pronuncia ma non mi piace sfoggiarla quando è inutile farlo. Vabé capisco la provenienza della troia e le ripeto con un sorriso la mia ordinazione migliorando i suoni. Lei risponde al sorriso e -vabé che è stronza, ma non si lasciano scappare certe occasioni- attacco bottone.

Di dove sei, cosa fai, bla bla bla... Dopo mezz'ora lei mi ha preso in confidenza e mi dice che la settimana successiva (ieri) avrebbero organizzato una festa privata in culo ai colli e dato che mi aveva notato vestito bene e non come uno straccione caccoloso mi invita. Stranamente chiedo di portare altre persone ma mi dice che la lista è esclusiva ed a pagamento (con un forte sconto per me). Lascio il mio nome, la mail di msn per tenersi in contatto e tanti saluti. Per tutta la settimana saltello da un piede all'altro per capire cosa fare. Ho paura che mi accoppino e mi tolgano un rene. Ma il sesso facile, l'alcool e la droga che potrei trovare mi attirano. E di brutto. Confermo la mia presenza, anche se decido di andarci veramente giusto cinque ore prima che inizi la festa.

Prendo la macchina ed arrivo in questa villina in mezzo al verde. Di quelle che si affittano. C'erano candele, pochi arredi ma messi bene. Quel poco che basta per dare al tutto un aspetto signorile. All'entrata due persone: un mio coetaneo (enorme) ed una sgnaccherona. Con in mano una lista. Su quella lista c'era il mio nome. Prima di poter entrare pago il prezzo pattuito (50 euros) ed entro. All'ingresso eccola. La cara Jennifer mi aspettava a braccia aperte. Mi dice che dentro c'è già parecchia gente e che c'è da divertirsi. Vabé. Io penso al classico cazzo di party merdoso con le sedie ed i bicchieri di plastica dallo stesso colore. E invece, cazzo no. Dentro ci sono varie sale ed in ordine, trovo: una con la tavolata piena di tutto il cibo da mangiare in piedi e bevande che uomo abbia mai pensato. una con la stessa tavolata ma piena di bamba e condom. una con la stessa tavolata ma piena di giocattoli dell'amore. una con la stessa tavolata ma piena di cuscini e piume colorate. Non so se scappare a gambe levate o rimanere. Del resto sono anon. Nonostante oramai la faccenda sia più che chiara NESSUNO si sta inculando da nessuna parte. E guardando un cartello appeso in ogni stanza capisco. La sostanza è: per poter chiavare si deve aspettare tutti gli invitati. Ovvio che se non si è tutti dopo una certa ora, si chiudono le porte e si comincia lo stesso. Si fa mezzanotte, e mi comincio a rompere di aspettare (come tanti altri). Ma nel frattempo abbordo una tedescona ed una italiana studentessa fuorisede. Suona un gong. Si comincia. Io vado prima un poco sul cibo e sull'alcool, giusto per perdere le ultime inibizioni. Quindi dribblo i pippatori (non gradisco droghe pesanti), faccio rifornimento di preservativi e sono pronto come un toro da monta. C'è l'imbarazzo della scelta. Vada per la poppona più vicina. Entro nella stanza dei cuscini (odio stare scomodo) e siamo già in 5 a darci da fare (l'altro era un 3some). Lei mi slaccia i pantaloni e comincia a prenderlo in bocca quando sento in lontananza: "Felmi thutthi queshta è una letata!". Da quel momento sembra di vedere formiche che scappano quando si pesta un nido. Ed io imbambolato come il cazzone quale sono. Ho passato la notte con una lampada in faccia mentre Marco mi faceva domande alle quali non sapevo dare risposte. Mi hanno lasciato tornare a casa solo oggi pomeriggio alle due.